08 LUG – È iniziata la tre giorni al Ministero in vista della definizione del nuovo Patto. Il Sumai è presente con il suo Vice presidente, Gabriele Peperoni il quale nella sua relazione ha posto, tra l’altro, l’attenzione su: riassegnazione delle ore di specialistica ambulatoriale e odontoiatria.

Tre giorni di ascolto da lunedì 8 a mercoledì 10 luglio in cui i principali attori del Ssn: ordini, sindacati, società scientifiche, imprese e associazioni dei pazienti vengono auditi dal ministro e dai sottosegretari alla salute in vista della definizione del nuovo Patto per la Salute.
Il programma è fitto si è cominciato l’8 luglio con il ministero che ha incontrato le federazioni degli ordini professionali, le società scientifiche, le associazioni professionali, i sindacati.
Si va avanti il 9 luglio dando ascolto alle associazioni delle imprese del settore farmaceutico, dispositivi medici, ricerca e sviluppo. E si finisce il mercoledì 10 luglio con l’incontro con le associazioni dei pazienti e l’attivismo civico.
 

Il SUMAI Assoprof è stato invitato e Gabriele Peperoni, Vice Presidente, ha avanzato le proposte del Sindacato. Due su tutte hanno colto in maniera particolare l’attenzione della sala. La prima la richiesta di “riassegnazione delle ore di specialistica ambulatoriale, resesi disponibili con l’andata in quiescenza degli specialisti titolari, agli aventi diritto e ai medici da tempo in graduatoria” la seconda  l’attenzione per l’odontoiatria. Su questo Peperoni ha ribadito come “una nuova criticità è anche emersa con la sottoscrizione del nuovo ACN. La rigida applicazione di una norma derivante dal DL 189/12, rischia di depauperare gli elenchi dell’odontoiatria in quanto l’obbligo di specializzazione, che è correttamente previsto per tutte le branche mediche, trova una limitata applicazione in campo odontoiatrico per la mancanza di scuole di specializzazione a livello nazionale. È necessario che il Governo si adoperi affinché tale norma sia disapplicata per l’odontoiatria”.

Di seguito l’intervento integrale del Vice Presidente, Gabriele Peperoni in occasione della Maratone nuovo Patto per la Salute

 “L’occasione di questo incontro/maratona per il nuovo Patto della Salute avviene a pochi giorni della sottoscrizione del nuovo ACN che rimarca la strada già intrapresa, che inserisce la specialistica in un quadro di riferimento nazionale affrontando alcuni temi di rilevanza sanitaria che attengono in particolare alla realizzazione degli obiettivi prioritari di politica sanitaria nazionale (Piano Nazionale della Cronicità, Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale, Accesso improprio al Pronto Soccorso, Governo delle liste di attesa e appropriatezza, Prevenzione e Controllo della resistenza antimicrobica), pur lasciando spazio alla programmazione regionale per le esigenze assistenziali del proprio territorio.

“Il Sumai, che rappresenta la stragrande maggioranza degli specialisti ambulatoriali interni, medici, veterinari e professionisti (biologi, chimici, psicologi) che operano nei poliambulatori territoriali e ospedalieri, universitari, nelle strutture intermedie, nelle case della salute, nei DSM, nei SERD, nei dipartimenti di prevenzione nonché a domicilio del paziente, presso i luoghi di detenzione e nelle strutture a diretta gestione del Ministero della Salute SASN (porti ed aeroporti), già antecedentemente alla legge Balduzzi, 189/2012, aveva espresso la propria adesione alle nuove forme organizzative territoriali, le AFT e le UCCP.

Criticità

“Tali opportunità fanno della specialistica un partner duttile, per lo svolgimento delle tante funzioni, e affidabile, per il quadro normativo a cui fa riferimento l’ACN.

Tuttavia dobbiamo rilevare alcune criticità già evidenziate in precedenti documenti.

Innanzitutto il blocco del turnover, che avviene in maniera immotivata in molte regioni, e che ha di fatto depauperato il territorio di circa 1/3 delle ore di specialistica ambulatoriale, arricchendo di qualificate presenze specialistiche l’ospedale ma alimentando sul territorio l’ulteriore allungamento delle già lunghe liste di attesa e l’accesso improprio ai Pronto Soccorso. Per riequilibrare la situazione e recuperare l’attività specialistica territoriale bisogna apporre i giusti correttivi: quindi reintegrazione delle risorse economiche distratte dal territorio e stornate verso l’ospedale, mantenimento del finanziamento senza depauperare il territorio di ore di specialistica ambulatoriale e applicazione di quanto previsto dagli obiettivi prioritari sopra citati.

Eccessivo carico burocratico

“Sulla componente specialistica convenzionata, sempre più ridotta di numero, si scarica una eccessiva attività burocratica che compromette così il tempo clinico che il personale specialistico, sempre più spesso lasciato da solo durante la propria attività, dedica al proprio lavoro a discapito principalmente della comunicazione con il paziente. Come tutto questo si potrà combinare con quanto previsto dalla legge 24 del 2017 (Gelli-Bianco) sulla responsabilità professionale e come sarà possibile applicare le linee guida e le buone pratiche che raccomandano, il giusto tempo di cura e di comunicazione?

La riassegnazione delle ore di specialistica ambulatoriale

“La proposta, da parte di alcune Regioni, di imporre l’applicazione di tempari prestazionali, riducendo ulteriormente il tempo di visita, conferma come vi sia un’insufficiente offerta specialistica. La riduzione dei tempi di esecuzione di una visita specialistica, mantenendo contemporaneamente la riduzione dell’offerta di ore di specialistica, fa intravedere anche la volontà di ridurre la erogazione diretta di prestazioni da parte delle Aziende Sanitarie, prevedendone, in alternativa, l’acquisto presso gruppi privati. È d’uso comune la mancata riassegnazione delle ore di specialistica ambulatoriale, resesi disponibili con l’andata in quiescenza degli specialisti titolari, agli aventi diritto e ai medici da tempo in graduatoria, ore queste che essendo già finanziate e in bilancio andrebbero utilizzate invece che sostituite con l’acquisto all’esterno di prestazioni specialistiche a maggior costo e a minore garanzia in quanto non erogate con certezza da professionisti con titolo di specializzazione e formazione continua certificata in quanto soggetti operanti a scopo di lucro.

L’odontoiatria

“Una nuova criticità è anche emersa con la sottoscrizione del nuovo ACN. La rigida applicazione di una norma derivante dal DL 189/12, rischia di depauperare gli elenchi dell’odontoiatria in quanto l’obbligo di specializzazione, che è correttamente previsto per tutte le branche mediche, trova una limitata applicazione in campo odontoiatrico per la mancanza di scuole di specializzazione a livello nazionale. È necessario che il Governo si adoperi affinché tale norma sia disapplicata per l’odontoiatria.

Possibili soluzioni

“Le soluzioni che noi proponiamo – ha concluso Gabriele Peperoni – sono: ridurre i costi improduttivi, attrezzare in maniera adeguata il territorio (strutture, strumentazioni e personale tecnico e infermieristico), attuare la presa in carico del paziente cronico come pure dell’urgenza a bassa priorità (codici bianchi o 4/5 secondo le nuove definizioni), modificare l’utilizzo di eventuali risorse economiche per le liste di attesa in particolare attraverso la ripresa regolare del turnover, con l’incremento di ore (fino ad arrivare al massimale) per gli specialisti ed i professionisti che già operano nelle varie strutture e, nel contempo, facilitare l’accesso di nuovi specialisti che vedono ancora oggi nella nostra convenzione uno sbocco serio e qualificato, e sicuramente preferenziale, rispetto alla necessità di recarsi all’estero per trovare lavoro”.

Share