06 MAR – Gli operatori sanitari che lavorano nelle strutture pubbliche sono sempre più a rischio contagio. Tardano ad arrivare i DPI e in alcune realtà territoriali i pazienti continuano ad affollarsi nei poliambulatori pubblici. Che fare? I piani di trattamento possono essere fatti on-line con collaborazione dei Medici di Medicina Generale, evitare che i cittadini si rechino nei poliambulatori per il rinnovo delle esenzioni dei ticket.
Il Segretario Generale del SUMAI Assoprof, Antonio Magi, prende tristemente atto che dal 25 febbraio scorso (quando cioè aveva lamentato che nei Poliambulatori pubblici delle Asl non ci sono percorsi, protocolli e Dpi e per questo rischiano di trasformarsi in potenziali ospedali di Codogno), nulla è stato fatto e torna a sostenere quanto già segnalato.
“Ebbene – sostiene Magi – da allora nulla è cambiato. I vertici delle ASL continuano a dimenticare di proteggere direttamente o indirettamente gli operatori sanitari (medici specialisti e non, infermieri, tecnici e amministrativi) che, tutti i giorni, operano a diretto contatto con le persone. Gran parte dei pazienti infatti, con i pronto soccorso dedicati all’emergenza COVID-19 e alle altre emergenze si rivolgono direttamente agli specialisti nei poliambulatori pubblici chiedendo di essere visitati, spesso senza appuntamento, con sintomi e storie cliniche le più varie e con la paura o l’inconsapevolezza di avere un possibile contagio.
“Questi operatori sanitari quotidianamente
seguono e visitano circa 24 milioni di pazienti, li dobbiamo considerare figli
di una sanità minore? Se non si prendono subito provvedimenti si rischia di avere
una diffusione sempre più generalizzata, altro che ospedale di Codogno. Sappiamo
già di colleghi in quarantena in molte realtà nazionali.
“L’inerzia di chi ha precise responsabilità sta
per mettere a rischio professionisti e presidi ambulatoriali pubblici, indispensabili
per il territorio, per cui potrebbero non essere più curate le persone affette
dalle numerose patologie croniche, con inevitabili aggravamenti di molti
cittadini fragili, ma, ancor peggio, non si potrebbero affrontare le patologie
acute senza bisogno di ricovero e con accessi al pronto soccorso da evitare in
questo momento.
“Alla luce di quanto esposto come segretario
generale del SUMAI Assoprof chiedo l’avvio immediato di tutte quelle misure di
protezione dirette e indirette per evitare che si diffonda il contagio sia alla
popolazione che al personale sanitario.
“La chiusura delle attività ambulatoriali
ospedaliere ventilate in alcune regioni porterà inevitabilmente il
sovraffollamento di quelle pubbliche territoriali che come abbiamo detto non
sono attrezzate e pronte per questa evenienza.
Dunque che fare?
“Adottiamo i presidi ambulatoriali di un minimo di filtro, censiamo – suggerisce Magi – chi frequenta gli ambulatori (procedura necessaria in caso di contagio per l’indagine epidemiologica e contenere la diffusione del COVID-19), riduciamo le attività ambulatoriali territoriali riservandole solo per le prestazioni urgenti e non differibili. I piani di trattamento potrebbero essere fatti on-line con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale.
Evitiamo che i nostri cittadini si rechino nei poliambulatori per pratiche amministrative come il rinnovo delle esenzioni dei ticket e quelle per malattia possono essere momentaneamente prorogate a dopo la fine dell’emergenza sanitaria.
“Il mio pensiero – conclude il Segretario Generale del SUMAI Assoprof – va a coloro i quali operano tutti i giorni con crescenti difficoltà in queste strutture sempre più coinvolte e colpevolmente dimenticate proprio da chi ha la responsabilità, a tutti i livelli, di garantire assistenza ai cittadini e protezioni ai lavoratori.
Sono questi colleghi, che ringrazio personalmente e che mi fanno sentire orgoglioso di rappresentarli, che con grande senso di responsabilità e attaccamento al servizio pubblico sopperiscono alle inefficienze organizzative e ai ritardi ingiustificati e ingiustificabili.