17 MAR – Sono infatti queste due categorie, che spesso coincidono in un Italia sempre più senior, a rischiare maggiormente di non avere cure appropriate in questo momento di emergenza Coronavirus. La decisione delle Regioni di chiudere poliambulatori pubblici, corretta per evitare i contagi, potrebbe avere ricadute drammatiche per questi pazienti. Quello che Sumai-FederAnziani chiedono è una nuova regolamentazione, suggerendo che siano gli specialisti, consultando le agende delle prenotazioni, a chiamare i pazienti ascoltando le loro necessità. 

“La chiusura tout court dei poliambulatori pubblici, con limitazione d’accesso per le solo prestazioni urgenti, da effettuarsi entro 72 ore e quelle che devono essere effettuate entro 10 giorni, non tiene conto dei 24 milioni di pazienti cronici che gravano sul territorio e che necessitano di assistenza. E così la decisione assunta da molte regioni di chiudere le strutture, di fatto, rischia di abbandonare i cronici e i fragili per tutto il periodo dell’emergenza che nessuno sa quanto può durare”. A lanciare l’allarme è Antonio Magi, segretario generale del SUMAI Assoprof, il sindacato maggiormente rappresentativo degli specialisti ambulatoriali.
Quello che Magi suggerisce, ferma restando la limitazione degli accessi nei poliambulatori per evitare il contagio, è “una nuova regolamentazione d’accesso nelle strutture territoriali, e a domicilio dei pazienti, dove opera la specialistica ambulatoriale senza la chiusura”. 
In sostanza agli assessori alla salute e a tutti i Direttori generali e sanitari di Asl il SUMAI Assoprof e Senior Italia FederAnziani chiedono un cambio di procedura suggerendo che siano gli specialisti, consultando le agende delle prenotazioni, a chiamare i pazienti ascoltando le loro necessità. Per i casi urgenti ambulatorio aperto, viceversa tutti i casi differibili sono rinviati. 
“Sarà lo specialista – spiega Magi – a chiamare ogni singolo paziente, che ha fissato un appuntamento, e offrire la consulenza. I poliambulatori resteranno aperti con l’accesso riservato ai soli casi urgenti e non differibili. Allo stesso momento gli specialisti garantiranno, mediante contatti telefonici o di telemedicina, la consulenza ai medici di medicina generale al fine di poter consentire le continuità di assistenza ai cittadini, essendo proprio i medici di famiglia a chiederci spesso dove inviare i propri pazienti, durante questa emergenza, nel caso avessero bisogno di una visita specialistica o di un esame diagnostico.”. 
“I nostri anziani sanno dell’impegno dei medici, degli infermieri, degli specialisti e di tutti i professionisti sanitari in questa durissima fase di lotta contro la diffusione del contagio – dichiara il Presidente di Senior Italia FederAnziani, Roberto Messina – Ma mentre combattiamo per salvare i malati di COVID 19 non possiamo dimenticare l’assistenza ai portatori di cardiopatie, ictus, tumori, diabete, malattie respiratorie, epatopatie, malattie neurologiche e neurodegenerative come la SLA o la sclerosi multipla, disturbi muscolo-scheletrici, difetti di vista e udito e alcune malattie genetiche. Questi pazienti, in questa fase di emergenza, possono essere assistiti anche telefonicamente e se necessario, dopo triage telefonico, avendo garanzie di accesso in sicurezza nei poliambulatori o essere visitati in casa, se non autosufficienti, ovviamente da specialisti con i sistemi di protezione individuale per tutelare il medico dall’infezione e di conseguenza anche gli altri cittadini non contagiati”.

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