10 SET – La grave condizione di epidemia che viviamo ormai da mesi, legata al Sars-Cov 2, sta spingendo a ripensare ruoli e modelli assistenziali. Nel Lazio, la prossima riapertura delle scuole, vedrà il ritorno del medico scolastico. Figura che sta facendo molto discutere tra favorevoli e contrari, tra chi la vive come un’opportunità e chi invece come un problema, un ritorno al passato che no, non può tornare.
“Il SUMAI Assoprof – spiega Antonio Magi, segretario generale del sindacato degli specialisti ambulatoriali – in linea di principio è d’accordo con l’introduzione del medico scolastico. Figura che evidentemente non può essere una replica di quella del passato ma rivisitata con le attuali esigenze sanitarie. Quindi in grado anche di lavorare sulla prevenzione, in maniera strutturata, su malattie infettive, patologie legate al comportamento, agli stili di vita e a delle situazioni che soltanto il medico scolastico presente nella scuola può conoscere con un approccio evidentemente multidisciplinare.
“Una figura che nel tempo, essendo presente nei plessi scolastici con continuità, può acquisire la fiducia degli alunni arrivando a diventare un punto di riferimento per quest’ultimi oltre che di collegamento sanitario tra Aziende sanitarie, Pediatri di libera scelta, Mmg e famiglie.
Il medico scolastico, a cui pensiamo, non è soltanto un professionista che si occupa di pediatria ma dovrebbe essere in grado di affrontare e capire tutto il periodo dell’età evolutiva con tutte problematiche che questa comporta.
“Siamo abituati a pensare alle scuole come un territorio popolato solo da bambini, ma questo è vero solo in parte poiché ci sono anche gli insegnanti e tutto il personale ATA composto da amministrativi e tecnici che svolgono funzioni amministrative, contabili, gestionali, strumentali, operative e di sorveglianza collegate all’attività delle istituzioni scolastiche e questi sono adulti che possono usufruire del medico scolastico. Il controllo sanitario su una scuola è dunque un mondo vasto.
“Infine – conclude Magi – esorto gli scettici a ragionare sul fatto che da un punto di vista professionale il medico d’istituto potrebbe rappresentare uno sbocco professionale e lavorativo per i colleghi camici grigi chiamati a collaborare per l’attività d’istituto”.
“In questo momento – aggiunge Rosanna Petrangeli segretaria organizzativa settore medicina dei servizi SUMAI Assoprof – è importante e necessaria la figura di un medico che svolga da un lato il ruolo di consulente per insegnanti e dirigenti scolastici e dall’altro, operando direttamente sui ragazzi, possa mantenere l’attenzione sui metodi di contenimento dell’epidemia.
La sua presenza non sarebbe limitata esclusivamente alla prevenzione del Covid-19, questi medici potrebbero senz’altro prodigarsi in altri ambiti pure essenziali a seconda dell’età dei ragazzi aiutando a scoprire il prima possibile problemi dentali o posturali o potendo anche spingersi ad offrire consigli su una più corretta alimentazione e per i ragazzi più grandi informazioni sulla difesa dalle malattie sessualmente trasmissibili e la contraccezione nelle classi più mature”.
Sul recupero della medicina scolastica, aggiunge Maria Rosaria Miglietta pediatra SUMAI Assoprof, che opera presso un consultorio Asl Roma 2, “mi piacerebbe recuperare quello che facevamo in passato, cioè andare all’interno degli asili nido per una più accurata vigilanza. Ruolo del pediatra ambulatoriale in tale contesto è il controllo dell’adeguatezza delle strutture e degli ambienti in cui i bambini sono lasciati, sorveglianza sulla loro sicurezza anche attraverso l’approvazione dei materiali utilizzati per le varie attività e soprattutto interventi di prevenzione attraverso un’attenta osservazione dell’aspetto evolutivo e relazionale di ogni singolo bambino nelle sue diverse fasi di accrescimento. Si tratta quindi di una una vigilanza a 360°che potrebbe essere completata anche attraverso incontri formativi per le famiglie ed il personale della scuola. Un modello che potrebbe essere replicato dall’età del nido fino a tutta la scuola dell’obbligo.
Come pediatra ambulatoriale sono dunque favorevole ad un aumento delle competenze e degli spazi di azione”.