20 OTT- Il covid continua a dettare l’agenda politico, sanitaria ed economica del nostro Paese e non solo. Tutte le misure che l’Esecutivo sta ponendo in essere sono giustamente orientate al contenimento di questa pandemia che ha ricadute su ogni aspetto del nostro vivere. Il numero dei contagi sta drammaticamente aumentando e lereti ospedaliere dei Servizi sanitari regionali cominciano ad organizzarsi per garantire la disponibilità dei posti letto per l’emergenza. In altri termini quelli che non possono assicurare il doppio percorso Covid-non Covid chiudono ai pazienti che non presentano sintomi SARS CoV-2 a discapito dei cronici che potranno recarsi negli ospedali solo per controlli gravi e urgenti.
La medicina generale da mesi è sottopressione. Oberata di lavoro per far fronte alle migliaia di richieste che arrivano per fare principalmente tamponi eora anche i vaccini antinfluenzali.
In questo quadro dunque, dove Ospedali e Mmg sono impegnati a contrastare con ogni sforzo possibile la pandemia,non vorremmo che i cronici passassero in secondo piano e quindi venissero dimenticati. Questo errorelo abbiamo già commesso nei mesi scorsi quando, tra maggio e giugno, abbiamo improvvisamente “scoperto” che lo stop delle visite specialistiche aveva comportatoun’esplosione delle liste d’attesa già fuori controllo. La curva dei decessi, drammaticamenteaumentata, ci conferma questo dato.
In più c’è un altro elemento da considerare: se da un lato i pazienti sono passati in secondo piano, dall’altro loro stessi, impauriti da possibili contagi, hanno scelto di non recarsi negli ospedalinonostante gli ambulatori territoriali fossero chiusi o a regime ridotto.
Non commettiamo nuovamente questo sbaglio e rafforziamo l’offertasanitaria specialistica del territorio. Ora conosciamo meglio il virus e abbiamo maggiori risorse da destinare alla sanità.
Alla luce di queste considerazioni la proposta del SUMAI Assoprof è di attivare e potenziare concretamente la specialistica ambulatoriale sul territorio per supplire alle eventuali carenze che inevitabilmente subiranno i cronici.
Durante il lockdown le visite specialistiche ambulatoriali prenotate e saltate sono state circa 14 milioni. Mentre intorno ai 12 milioni sono stati gli esami di diagnostica per immagini non effettuati.
Per smaltire questo accumulo servirebbero circa sei mesi, considerando che nel frattempo l’attività ambulatoriale è ripresa allungando ancor di più le liste già fuori controllo prima del Covid. In termini temporali stiamo parlando di circa 300mila ore settimanali in più.
Torniamo dunque a chiedere al ministro della Salute, Roberto Speranza, un aumento delle ore settimanali per gli specialisti ambulatoriali facendole definitivamentepassare dalle 20 attuali alle 38 previste dal vigente Accordo collettivo nazionale che prevede anche le visite domiciliari, indispensabili durante il periodo Covid e particolarmente apprezzate dai pazienti cronici.
Siamo molto preoccupati.Stiamo parlando di milioni di persone, spesso anziane e per questo ancora più fragili, che soffrono di patologie anche gravi che non possiamo certo abbandonare.Dobbiamo continuare a garantirgli l’assistenza. Non ripetiamo gli stessi errori commessi nella prima fase quando eravamo tutti distratti dal Covid, allora totalmente sconosciuto, non dimentichiamoci di queste persone che hanno bisogno di noi e di tutte le nostre cure.
Gli specialisti ambulatoriali del SUMAI Assoprof sono pronti. Ora tocca alla politica.