22 DIC – “Essere speranza per dare speranza” il titolo dell’editoriale del segretario generale Antonio Magi. La pandemia, il Ssn, i danni della politica che per anni ha tagliato le risorse al sistema. Le vittime e i contagi ma anche la luce, il ruolo del medico e la sua azione come antidoto per tornare a sperare, per tornare a vivere.
“Care colleghe e cari colleghi – scrive il segretario generale – si sta per chiudere un anno a dir poco terribile. Questo virus ha invaso ogni aspetto della nostra vita affettiva, sociale, lavorativa e l’ha stravolto in modo inimmaginabile.
Ognuno di noi ha delle immagini, dei ricordi, dei drammi personali legati a questo periodo e li porterà sempre con sé.
Il settimanale Time ha messo in copertina il 2020, definendolo “l’anno peggiore di sempre” e l’ha sbarrato con una croce.
Un anno maledetto, da cancellare, che però a noi italiani qualcosa ce l’ha voluta ricordare: l’importanza della sanità pubblica e l’eccellenza di chi vi ci lavora. Una sanità, la nostra, che per decenni è stata cannibalizzata da classi politiche miopi e incapaci di visione al punto da ridurre anno dopo anno i finanziamenti al Ssn destinati al personale e a garantire un minimo di cure.
Fino a quando un giorno dalla Cina è arrivata la tempesta perfetta, un virus, e il mondo come l’abbiamo conosciuto di colpo è andato in frantumi. Niente è stato più come prima e chissà quando tornerà ad esserlo.
Nel nostro Paese dopo una prima fase in cui tutto sommato il sistema ha retto, la seconda ondata ci ha travolto in modo drammatico perché ci siamo fatti trovare colpevolmente impreparati.
E così il triste bilancio dice che in Italia abbiamo registrato finora, alla vigilia di Natale, quasi due milioni di contagi, circa 70mila vittime e poco meno di trecento medici morti con migliaia di sanitari contagiati.
Con questo quadro è difficile trovare una speranza, eppure
c’è.
La speranza siamo noi. I medici del Servizio sanitario nazionale, noi
specialisti ambulatoriali che ogni giorno ci prendiamo cura dei malati dando
loro speranza, diventando noi stessi speranza. E da qui dobbiamo ripartire
consapevoli che questo è il nostro lavoro.
Tra poco comincerà la campagna vaccinale Covid-19 e verremo chiamati ad un ulteriore sforzo se però saremo consapevoli del nostro ruolo e della centralità della nostra azione di medici potremmo fare in modo che quest’incubo inizi finalmente a svanire.
Questo è il mio auspicio per il prossimo anno: essere speranza per dare speranza.
Buon Natale a voi e a tutti i vostri cari.