23 MAG – Per tornare ai livelli degli anni ’80 – aggiunge il
neo presidente – servirebbero 1.400 medici in più. Lodolini (Sumai) “Ci
auguriamo che la categoria riceva la stabilizzazione e le tutele che
merita”.
Investire 50 milioni di euro nella prossima legge di
Bilancio per finanziare convenzioni a tempo indeterminato sul tipo di
quelle dei medici ambulatoriali o di medicina generale per dar vita ad
un “Polo medico Inps” che sappia intermediare al meglio i 50 miliardi
di prestazioni erogate ogni anno dall’Isitituto a seguito di
decisioni dei medici, dall’invalidità alla malattia. Questa la richiesta
di Giuseppe Tridico intervenuto nei giorni scorsi in audizione
alle Commissioni Lavoro di Camera e Senato che hanno dato il via
libera alla sua nomina in qualità di Presidente Inps sancita poi nel Cdm
del 21 maggio scorso.
“Sulla questione medica – ha detto Tridico rispondendo a un quesito
di uno dei parlamentari – un istituto così importante come l’Inps
che intermedia 50 miliardi di euro attraverso i medici può contare solo
su 453 medici al confronto dei 1.800 attivi negli anni ’80, quando
i medici Inps intermediavano molto di meno e non c’erano tante prestazioni
quante oggi“.
Per far fronte a questa carenza di organici Tridico ha spiegato che
si avanti attraverso contratti precari annuali rinnovati di anno in
anno.
“Abbiamo così perso una tradizione medica importante in Inps” –
ha detto. Una situazione da superare, secondo il neo presidente Inps
che ha già avviato un tavolo di confronto con i sinadacati medici
(“molto forti ma evidentemente non così tanto se gli organici medici
Inps sono passati da 1.800 a 453”, ha deto Tridico facendo
riferimento ai sindacati). “Con loro ho stipulato un patto: hanno
ritirato i loro ricorsi per comportamenti antisindacali e ci siamo messi
tutti seduti intorno ad un tavolo per dare il via ad una discussione su
temi importanti come quello del polo medico”, ha spiegato ai
parlamentari.
“E se è vero come è vero che l’Inps intermedia 50 miliardi di euro
di prestazioni per invalidità e per altre prestazioni attraverso
i medici, è giusto che ci sia presso l’Istituto un polo medico
importante. Oggi Inps
fa anche visite fiscali, non era così fino a qualche anno fa. E lo
facciamo con medici che prendiamo per strada, a contratti che rinnoviamo
di anno in anno. L’ultimo per medici in Inps risale al 1989, poco prima
della caduta del muro di Berlino. Da allora in poi, solo convenzioni a
tempo determinato. Quella che vorrei fosse l’ultima l’ho firmata lo scorso
aprile per assumere 1.404 medici al fine di intermediare queste prestazioni,
e che scadrà il 31 maggio 2020″, ha aggiunto Tridico.
“Spero che entro il prossimo anno, possibilmente con la prossima
legge di Bilancio, si riesca a risolvere il problema con una convenzione
a tempo indeterminato con i medici che possa permettere di gestire
al meglio quei 50 miliardi di prestazioni. Questa operazione
necessiterà
di un investimento di 50 milioni. Basterebbe che il Mef riducesse per lo
stesso importo le richieste all’Inps di 700 milioni all’anno di spending
review. In questo modo l’Istituto riuscirebbe a finanziare questo nuovo
Polo medico che vorrei vedesse la luce entro il 2020″, ha concluso il
presidente Inps.
Giorgio Lodolini, SUMAI Assoprof,
sottolinea: “Il Presidente Tridico ha giustamente evidenziato come
dagli anni 80 ad oggi,
a fronte di un constante aumento di competenze, si è assistito a una
contrazione, ormai insostenibile, dei medici a tempo indeterminato in
Inps, fino ad arrivare al paradosso che la maggior parte della gestione
delle attività istituzionali, per 50 miliardi di euro tra assistenza
e previdenza, è gestita da oramai dieci anni dai medici
convenzionati esterni , che svolgono in piena autonomia le stesse attività
ed hanno gli stessi obblighi dei dipendenti, ma con contratti anomali
e anacronistici, di durata annuale, privi di tutele. Ci auguriamo che
si realizzi quanto auspicato dal Presidente Inps e che tale
categoria
riceva la stabilizzazione e le tutele che indubbiamente merita”.
Fonte www.quotidianosanita.it