05 LUG Conversazione a due tra il coordinatore Sisac e il segretario del Sumai sulla conclusione del nuovo Accordo Collettivo Nazionale della specialistica ambulatoriale interna.
Pochi giorni fa si sono chiuse le trattative per il rinnovo
del nuovo Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con gli
specialisti ambulatoriali interni, veterinari ed altre professionalità
sanitarie (biologi, chimici, psicologi). Le organizzazioni Sindacali
rappresentative a livello nazionale, tra queste il SUMAI Assoprof con circa
l’80% di rappresentatività, e la delegazione trattante della SISAC hanno così
siglato il nuovo ACN 2016-2018, riguardante oltre 18.000 tra specialisti,
veterinari ed altri professionisti per un totale di circa 22 milioni di ore di
assistenza erogate.
Quella che segue è una conversazione a due dove Antonio Maritati, coordinatore SISAC
e Antonio Magi, segretario
generale del SUMAI Assorof, ricordano l’andamento della trattativa e fanno il
punto sulle novità contenute nel nuovo accordo.
“La partenza della trattativa con la richiesta da parte del SUMAI Assoprof di tavoli separati – riferisce Maritati – è stata strana, inconsueta anche se la ricomposizione del tavolo è stata realizzata comunque velocemente, favorendo la chiusura in tempi brevi”.
ichiesta che Magi spiega in questo modo: c’era l’esigenza di
chiarire la legittimità o meno dei rappresentanti di altre sigle che sedevano
al tavolo delle trattative e chi rappresentavano, dipendenti o convenzionati”.
Per Maritati (subentrato da febbraio a Vincenzo Pomo, ora nel board di
coordinamento della SISAC), questa è stata anche la prima trattativa da
Coordinatore, “un avvio impegnativo nel quale il rinnovato Coordinamento è
stato messo subito alla prova” ricorda sorridendo e aggiungendo che “il periodo
di lavoro su tavoli separati però è stato produttivo, il confronto tra le parti
è stato serrato, fattivo e proficuo al punto che ora siamo qui a celebrare la
conclusione del nuovo ACN 2016-2018”.
Entrando nello specifico del nuovo
Accordo, Maritati sottolinea quelli che dal suo punto di vista sono i punti
salienti dell’ACN: “Sicuramente due. Il primo, l’aver condiviso tutti la
necessità di promuovere un tagliando normativo dell’ACN del 2015 a quattro anni
dalla sua entrata in vigore, scelta proposta da noi e condivisa dal tavolo. Ci
siamo detti di non rinnovare solo la parte economica, ma di approfittare e
rivedere anche la parte normativa. Il secondo punto è che la specialistica
ambulatoriale è il primo comparto, per quanto riguarda i medici, a vedersi
riconosciute le risorse attualmente disponibili per il rinnovo del contratto
2016-2018, prevedendo la riapertura del tavolo negoziale non appena saranno
disponibili nuove risorse da assegnare alla dirigenza e al settore
convenzionato. Elemento anche questo da sottolineare perché per noi è
importante riconoscere il giusto adeguamento retributivo ai medici e
professionisti che quotidianamente operano nel SSN”.
“Abbiamo chiesto e poi condiviso – aggiunge Magi – la proposta della
SISAC di ritoccare, e in parte aggiornare, il vecchio articolato. Era
necessario. Il tavolo separato è durato solo per una seduta al fine di definire
le posizioni e le composizioni del tavolo e i punti qualificanti del nuovo ACN
ed abbiamo infatti poi chiesto alla Struttura la ricomposizione del tavolo
negoziale nella speranza di confrontarci allo scopo di portare ognuno il
proprio contributo. Siamo pienamente soddisfatti.
La parte normativa condivisa mette in
evidenza le necessità e l’importanza della specialistica ambulatoriale
interna nella gestione della sanità territoriale per quanto di sua competenza
in una visione di lavoro in equipe (Specialisti ambulatoriali, Psicologi,
Biologi e Veterinari Convenzionati Interni con i Medici di Medicina Generale e
i Pediatri di libera scelta, Infermieri e tecnici della riabilitazione)
soprattutto in funzione della gestione delle cronicità che, oggi, supporta gran
parte della spesa sanitaria”.
Inoltre, aggiunge il segretario generale del SUMAI sottolineando i punti
salienti dell’ACN “abbiano armonizzato questo Accordo con quello firmato l’anno
scorso da tutta la convenzionata, in particolare con gli obiettivi ritenuti
prioritari di politica sanitaria.
In sostanza abbiamo creato le condizioni per la realizzazione degli obiettivi
di salute previsti ed in particolare abbiamo rinnovato il nostro impegno sulla
presa in carico delle cronicità e sulle liste d’attesa”.
Maritati ricorda le altre novità
qualificanti: “l’accesso al settore, con l’ulteriore snellimento delle
modalità di iscrizione in graduatoria e l’instaurazione di meccanismi di
divulgazione delle disponibilità di incarico, che favoriscono l’entrata di
figure mediche specialistiche in quelle realtà regionali dove già vanno deserte
le pubblicazioni di ore e si specificano i meccanismi di mobilità
intraziendale, si ampliano le coperture della L. 5 febbraio 1992, n. 104, si
integrano maggiormente le attività specialistiche con le forme organizzative
della medicina generale e della pediatria di libera scelta, in attesa di una
loro definizione nei rispettivi AACCNN e infine si adeguano nuovamente gli
elenchi delle specializzazioni riconosciute per l’accesso agli incarichi. Le
risorse disponibili, pari a circa 40 milioni di euro annui dal 1 gennaio 2019,
sono state assegnate per circa il 70% in parte variabile della retribuzione e
per il 30% sulla quota oraria fissa”.
Quota variabile destinata ai veterinari
e mancanza di specialisti
“Particolarmente importante – spiega Magi – è stata la finalizzazione
di una parte degli incrementi disponibili alla stabilizzazione della quota
variabile dei veterinari che era in attesa di declinazione normativa e che
grazie al SUMAI Assoprof, in quanto sindacato maggiormente rappresentativo, è
stata portata a termine, altrimenti non si sarebbe potuta definire.
Incremento tanto agli specialisti e veterinari quanto ai professionisti
(biologi, psicologi e chimici).
“Nel corso della trattativa la mia preoccupazione – aggiunge il segretario del
SUMAI Assoprof – è stata la carenza di specialisti in Italia con il rischio per
le Regioni di dover chiudere servizi. Da questo punto di vista. Così abbiamo
migliorato e semplificato l’accesso alla specialistica agevolando l’ingresso
dei giovani all’interno del SSN con le modifiche agli articoli 19, 20 e 21.
Voglio ricordare che in attesa di incarico sono circa 6.500 iscritti nelle
graduatorie della specialistica ambulatoriale che vorrebbero accedere con
questo ACN al SSN ma che non riescono ancora a farlo nonostante le note
carenze. Abbiamo previsto all’articolo 3 la clausola che dispone l’utilizzo da
parte delle ASL di tutte le ore formalmente deliberate proprio per favorire
l’accesso di specialisti cercando di risolvere nell’immediato la prossima grave
carenza. Le ASL e le Regioni potrebbero risolvere, da subito, l’attuale
problematica applicando quanto previsto all’articolo 20 proponendo il
completamento orario di quelli già in servizio. Non ci sono scuse, non ci sono
alibi. Vorrei ribadire che in Italia non mancano i medici, mancano invece gli
specialisti e specialmente in alcune branche. I numeri attuali, se non si
facesse volutamente demagogia potrebbero da subito all’immediata copertura di
gran parte delle necessità specialistiche”.
Il ruolo dell’Enpam e l’Anticipo
della Prestazione Previdenziale
Sia Maritati che Magi poi riconoscono l’importanza del lavoro fatto in
collaborazione con l’Enpam. “Vorrei ringraziare l’Ente di previdenza – dichiara
Maritati – per la disponibilità e per l’assistenza fornita in fase istruttoria
per costruire l’APP (l’Anticipazione di Prestazione Pensionistica ) che
permette a chi ha già maturato il diritto della pensione ordinaria, e non ha
ancora raggiunto il limite di età di servizio, di chiedere la riduzione delle
ore che possono venir riassegnate ai giovani favorendo in questo modo il loro
ingresso nel mondo del lavoro”.
Sulla stessa linea Magi, che ringrazia l’Enpam, per l’assistenza fornita per
elaborare il meccanismo dell’APP e ricorda che l’Atto di indirizzo, stilato dal
Comitato di Settore, per il rinnovo dell’ACN economico della Specialistica dava
direttive alla SISAC di ‘prevedere norme che favorissero, nel rinnovo della
convenzione l’accesso ai giovani per il ricambio generazionale’. L’ENPAM ha
così previsto l’Anticipazione di Prestazione Pensionistica anche per le altre
convenzioni (MMG. PLS)”.
Proprio per non incidere sugli articoli che tuttora regolano il principale ed
unico accesso alla specialistica (non ci sono cambiamenti nell’ACN), l’APP
prevede, ma solo per i medici che abbiano raggiunto i requisiti pensionistici e
che vogliono anticipare parte della pensione rimanendo a lavorare sino al
naturale pensionamento, la possibilità di chiedere l’attivazione del nuovo
meccanismo previdenziale previsto appunto dall’articolo 54.
Da questo punto di vista è condizione essenziale che l’azienda autorizzi lo
specialista interessato ad accedere all’APP, e che questi riduca
obbligatoriamente la metà del proprio incarico orario che non può essere
inferiore a 20 ore settimanali (es. 10 le lascia e 10 le mantiene).
Le ore resesi disponibili verranno ripubblicate, a favore di uno specialista
che non abbia compiuto il 43° anno di età (al fine di stabilire un equilibrio
tra pensione anticipata da erogare e contributi in entrata per l’ENPAM). Le ore
ripubblicate saranno pari al finanziamento delle ore ridotte dal titolare
(esempio 19 ore lasciate). Per un giovane appena entrato, senza quota di
anzianità, quelle risorse potrebbero corrispondere, ad esempio, ad un incarico
immediato di circa 25 ore. Va precisato che in assenza di tale meccanismo tali
ore si sarebbero rese disponibili solo al momento dell’effettivo pensionamento
dell’attuale titolare dell’incarico. Pertanto, se la procedura verrà
autorizzata dai Ministeri vigilanti, lo specialista percepirà parte della
pensione continuando a percepire i compensi per le ore rimanenti.
Contemporaneamente si darà la possibilità ad un giovane di accedere
all’incarico tramite graduatoria con la possibilità per la categoria di
salvaguardare le ore di specialistica (su cui oggi non vi è alcuna certezza).
Tale soluzione garantisce all’ente di previdenza la maggiore stabilità del
flusso contributivo necessario ad assicurare l’equilibrio pluriennale di
gestione del fondo.
“Questo meccanismo – sottolinea Magi – favorisce i giovani, non incide sulla
spesa per il SSN e consente il ricambio generazionale che salvaguarda oltre
alle pensioni anche il livello occupazionale e delle esperienze
maturate”.
Chiusura delle trattative delle altre
aree della medicina convenzionata
A questo punto l’augurio di Maritati è che “la chiusura dell’ACN della
specialistica ambulatoriale sia di buon auspicio anche per il prosieguo delle
trattative delle altre aree della medicina convenzionata. Con la Pediatria di
libera scelta siamo abbastanza a buon punto, mentre per la Medicina generale
abbiamo dovuto rallentare, nel corso dell’ultimo mese, in attesa delle
disposizioni dei cosiddetti decreti “semplificazioni” e “Calabria”. SISAC è
pronta a proseguire il percorso avviato per concludere le trattative di un
rinnovo negoziale atteso da tanti anni dalla categoria”.
In sostanza “siamo soddisfatti – chiosa Maritati – di essere
riusciti a concludere il percorso in tempi brevi grazie anche al clima
costruttivo e fattivo delle parti nel corso della trattativa.
Abbiamo già avviato le procedure di ratifica che proseguiranno con la
valutazione dell’ACN da parte del Comitato di Settore, del Governo ed infine
della Corte dei Conti prima dell’adozione del relativo atto di Intesa in sede
di Conferenza Stato-Regioni”.
“Abbiamo chiuso un ACN, dopo una trattativa lunga e impegnativa, – spiega Magi
– solo dopo aver raggiunto gli obiettivi individuati per la categoria
confidando volutamente ed unicamente sul percorso negoziale prevedendo,
nell’articolato, la nostra partecipazione a tutte le possibili forme
associative, anche nuove, che dovessero uscire successivamente dalla
negoziazione con la Medicina Generale.
Il SUMAI Assoprof ha voluto seguire la strategia esclusivamente negoziale con
chi rappresenta le Regioni chiudendo un contratto che prevedesse,
nell’articolato, l’impegno della specialistica ambulatoriale a partecipare
assieme alle forme associative della medicina generale e della pediatria di
libera scelta in equipe territoriali di cure primarie.
Equipe operanti negli ambulatori dei distretti, nelle UCCP, negli studi dei MMG
e PLS, a domicilio del paziente assieme alle professioni infermieristiche,
anche a supporto delle micro- equipe proposte dalla Medicina Generale in
coerenza con un disegno discusso e condiviso tra le nostre OO.SS. maggiormente
rappresentative della medicina convenzionate ed è quello che abbiamo fatto.
Adesso attendiamo, quando sarà, la chiusura delle convenzioni della Medicina
Generale e della Pediatria di Libera Scelta per poter mettere in pratica, il
prima possibile, quanto previsto dalle rispettive convenzioni con una nuova
medicina del territorio che possa prendere in carico i pazienti che non
necessitano di ricovero e di riprenderli nuovamente in carico dopo un ricovero
evitando, se possibile, la riospedalizzazione”.
La ciliegina sulla torta
“Vista la necessità di portare a casa la parte normativa, con gli
aggiustamenti necessari compresa la novità della remunerazione a volume (PPI)
che armonizza il nostro contratto orario con quelli delle altre convenzioni,
voglio tranquillizzare i colleghi che, non appena si renderanno disponibili le
risorse promesse per la dirigenza e per le altre figure convenzionate,
riapriremo nuovamente il tavolo e non ci sarà alcuna perdita di risorse
economiche per la categoria; prenderemo quanto sarà dato agli altri.
Con la parte pubblica abbiamo infatti concordato che qualora vi fossero, dopo
la chiusura dell’ACN della Medicina Generale, modifiche del modello
territoriale, ora non previste, si provvederà ad armonizzare i vari contratti
del settore in rapporto di convenzionamento con il SSN integrando in tutti gli
ambiti negoziali le medesime forme organizzative.
Il nostro auspicio – conclude Magi – è che si collabori per creare un’equipe
sul territorio che consenta una reale presa in carico di tutti i malati
cronici, limitando le occasioni di ricorso alle strutture ospedaliere se non
strettamente necessario”.