05 DIC – Il ministro della Salute intervenuto al Consiglio nazionale del SUMAI-Assoprof ha valutato positivamente le richieste venute dal segretario generale del sindacato Antonio Magi di aumentare, a domanda, le ore degli specialisti fino al massimale di 38 secondo quanto previsto dall’Acn utilizzando anche in parte il tetto del 15% previsto per le Regioni per l’assunzione di personale nell’emendamento al decreto fiscale appena approvato e si è detto anche disponibile a lavorare in un tavolo tecnico per rimodulare il principio dell’incompatibilità.
Aumentare a domanda le ore degli specialisti già in servizio favorendo il raggiungimento del massimale orario previsto nell’Acn e superare le incompatibilità tra pubblico e privato accreditato. Su questi due punti il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto al Consiglio Nazionale del SUMAI-Assoprof si è detto disponibile a ragionare, accogliendo quindi le richieste avanzate dal segretario generale del Sindacato Antonio Magi.
Speranza, sottolineando il cambio di rotta in sanità arrivato con la legge di Bilancio dove “il messaggio che abbiamo voluto dare è quello di un Paese che vuole tornare a investire sulla salute”, ha riconosciuto come “la vostra proposta di utilizzare una parte di queste risorse per provare a dare ore in più agli specialisti, va nella direzione giusta. Possiamo lavorarci insieme”.
Oltre all’apertura sull’aumento di ore per gli specialisti ambulatoriali, il Ministro ha annunciato un tavolo tecnico per valutare le proposte in materia di incompatibilità: “L’esclusività funziona solo se il numero di ore svolte per il Ssn è sufficiente a garantire una vita dignitosa al lavoratore”.
Le aperture di Speranza hanno naturalmente fatto piacere alla categoria degli specialisti ambulatoriali interni da sempre impegnati, sin dalla loro nascita, nella salvaguardia del SSN convinti che queste misure, se applicate nel concreto, possano realmente incidere sulla riduzione delle liste d’attesa.
Il segretario generale del Sumai-Assoprof, Antonio Magi, nel corso del suo intervento oltre all’aumento delle ore e al superamento dell’incompatibilità si è rivolto al ministro per far presente altre due criticità di natura più specifica: la necessità di lavorare in equipe territoriali e risolvere il problema di accesso degli odontoiatri nella specialistica ambulatoriale favorendo l’odontoiatria sociale e pubblica.
“Gli specialisti ambulatoriali convenzionati interni – sono le parole di Magi – da oltre 50 anni, anche prima dell’avvento del SSN, rappresentano il reale esempio dei professionisti sanitari che tutti i giorni, anche con grosse difficoltà, sono vicini ai Pazienti. Siamo presenti dalle aree metropolitane alle zone più disagiate, montagne, isole, dove vivono piccole comunità e dove non ci sono ospedali e dove certamente il privato non ha convenienza ad investire risorse. Portiamo assistenza anche nelle carceri e soprattutto a domicilio dei pazienti non autosufficienti per risolvere e prendere in carico le necessità specialistiche della popolazione senza distinzione di sesso, razza e censo. Insomma, una grande risorsa per il nostro SSN”.
“Dal 2000 al 2014 – ha spiegato Gianfranco Damiani, Università Cattolica del Sacro Cuore – l’età di insorgenza delle malattie croniche è diminuita mediamente di 3 anni passando da 56.5 a 53.5 anni. Il numero di anni non in buona salute è aumentato per due cause: aumento dell’aspettativa di vita e anticipo dell’insorgenza di malattie”.
Questo cambiamento necessita, secondo il professore della Cattolica, di una trasformazione che preveda il passaggio dal paradigma dell’acuzie a quello della cronicità. Per far ciò è indispensabile “che l’offerta sanitaria e sociosanitaria sviluppi elementi che facilitino l’integrazione dei servizi sul paziente, alleato e volano del sistema, determinando trattamenti coordinati e continui nel tempo, orientati al soddisfacimento di bisogni di salute individuali e complessi”. In altre parole “l’Equipe multiprofessionale territoriale con la partecipazione attiva degli specialisti ambulatoriali convenzionati interni in grado di liberare l’ospedale, specialisti del territorio che tutti i paesi europei ci invidiano e che guardano grazie a questa specificità con attenzione ed interesse”.