07 DIC – “La necessità di avere una prestazione sanitaria in tempi utili fa sì che i cittadini si rivolgano sia al pubblico che al privato e questo fa crescere la spesa out of pocket. Quello che ci dice oggi il 53 rapporto Censis per noi operatori è noto da tempo”. A dirlo il segretario generale del SUMAI Assoprof, Antonio Magi.
“Nel recente incontro avuto con il ministro – ricorda il leader sindacale – abbiamo infatti sottolineato come liste d’attesa e spesa out of pocket in crescita, siano due dei maggiori problemi che affliggono il nostro Ssn. Il combinato disposto dei due elementi genera le diseguaglianze che fanno vacillare i criteri fondanti del Ssn.
“Sempre al ministro abbiamo fatto presente come negli ultimi 12 mesi infatti 19,6 milioni di cittadini sono in attesa per prestazioni sanitarie. In particolare 4 milioni attendono un ricovero ospedaliero mentre 15.6 milioni (il 30,7% della popolazione adulta) attendono una prestazione presso le Asl.
“La somma di questi numeri, impressionanti, da come risposta quanto stabilito dal Censis ovvero che la sanità italiana è sempre più privata.
“A questo punto viene da chiedersi, che cosa vogliamo fare, vogliamo far crescere ulteriormente l’out of pocket o vogliamo intervenire? La legge di bilancio mette in campo misure – come il tetto di spesa del 15% per il personale, l’abolizione del superticket e i rinnovi contrattuali – che cercano di invertire questo trend, ne prendiamo atto però in ogni caso l’offerta sanitaria resta insufficiente. “Il rapporto del Censis – conclude Magi – sottolinea un dato che non deve passare inosservato. La fiducia verso i medici e in particolare ci dice che più del 90% degli italiani ha fiducia nei medici specialisti. Ecco partiamo da qui, investiamo nel personale, investiamo nella specialistica. A dirlo sono i nostri concittadini”.