Con 166 voti favorevoli, 128 contrari e nessuna astensione, l’Aula di Palazzo Madama ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando l’emendamento 1.9000 interamente sostitutivo della prima sezione del ddl di bilancio 2020, con le modifiche richieste dalla Commissione bilancio. Dopo la presentazione della nota di variazioni da parte del Governo, esaminata dalla Commissione bilancio, l’Assemblea ha approvato il documento e la legge di bilancio nel suo complesso, che ora passa alla Camera per il via libera definitivo.

Tra le principali modifiche apportate si prevede:

– la revisione del fringe benefit delle auto aziendali, stabilendo delle soglie di concorrenza del reddito delle auto ai fini IRPEF in relazione alle emissioni di CO2 (circa 330 milioni nel 2020, 380 milioni nel 2021 e 370 milioni nel 2022);

– si posticipa l’entrata in vigore dell’imposta sugli imballaggi al 1° luglio 2020, prevedendone contestualmente l’esclusione per alcune tipologie di prodotti (dispositivi medici, manufatti con singolo impiego), con conseguente riduzione dell’imposta, rispetto a quanto previsto con il disegno di legge di bilancio, pari a circa 939 milioni nel 2020, 1.314 milioni nel 2021 e 1.250 milioni nel 2022;

– dell’imposta sulle bevande zuccherate, al 1° ottobre 2020 (circa 180 milioni di minore tassazione nel 2020) e dell’esclusione dal beneficio fiscale della riduzione dell’accisa sul gasolio per i veicoli di categoria Euro 3 per il trasporto merci e passeggeri (80 milioni di conseguente minore entrata nel 2020) al 1° ottobre 2020.

Per la sanità si prevede l’ammissione di un numero di circa 1.200 medici nell’anno 2020 e di finanziarne la formazione fino all’anno 2024, con ulteriori ammissioni che potranno essere disposte negli anni successivi a seguito dell’uscita dalla formazione degli specializzandi, nonché un ulteriore finanziamento crescente dal 2021 che consentirà di ammettere stabilmente alla formazione specialistica ulteriori  200 medici in più all’anno dal 2021 al 2024 (in totale ulteriori 800 medici).

Nel pubblico impiego vengono aumentati gli stanziamenti per i rinnovi contrattuali 2019-2021 del personale delle amministrazioni statali (100 milioni nel 2020 e 200 milioni dal 2021). Si prevedono, inoltre, risorse aggiuntive, l’incremento della dotazione organica, la valorizzazione e l’armonizzazione dei trattamenti retributivi del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco (complessivamente circa 42 milioni nel 2020, 98 milioni nel 2021 e 145 milioni dal 2022).

In ambito sociale viene rifinanziato il Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione (50 milioni annui nel triennio 2020-2022) e ulteriori risorse sono stanziate per gli interventi a favore della non autosufficienza (circa 50 milioni netti  nel 2020). Inoltre vengono rideterminate le risorse per la liquidazione della quota del cinque per mille dell’IRPEF con un incremento di 10 milioni nel 2020, 20 milioni nel 2021 e 25 milioni di euro annui a decorrere dal 2022. Per le attività di assistenza al cittadino nella presentazione delle istanze per l’accesso alla prestazione del reddito e la pensione di cittadinanza sono assegnati 40 milioni annui dal 2020, di cui 35 milioni ai centri di assistenza fiscale e 5 milioni agli istituti di patronato;

Per il settore imprese sono stati previsti ulteriori interventi per la riconversione e riqualificazione produttiva delle aree di crisi industriale, a cui sono destinate complessivamente risorse per 150 milioni nel 2020 e 200 milioni nel 2021. Sono inoltre stanziati 100 milioni di euro nel biennio 2020-2021 per la realizzazione di un progetto di interesse europeo nel settore della microelettronica.

A favore degli enti decentrati è gradualmente incrementato il Fondo di solidarietà comunale nel periodo 2020-2024 (100 milioni nel 2020, 200 milioni nel 2021 e 300 milioni nel 2022 fino ad arrivare a 560 milioni a decorrere dal 2024) il cui aumento sterilizza il contributo richiesto ai comuni per le misure di spending review previste dal decreto-legge n. 66 del 2014. Per gli enti locali è inoltre prevista la facoltà di calcolare nel 2020 e nel 2021 il fondo crediti di dubbia esigibilità applicando la percentuale del 90 per cento, piuttosto che quella, rispettivamente, del 95 per cento e del 100 per cento, per quelli che nell’esercizio precedente a quello di riferimento hanno registrato indicatori di tempestività dei pagamenti rispettosi dei termini previsti dalla legge di bilancio per il 2019, con un conseguente incremento della capacità di spesa di tali enti (con oneri sull’indebitamento netto e sul fabbisogno) pari a 60 milioni di euro per l’esercizio 2020 e 139 milioni di euro per l’esercizio 2021. Infine sono previste misure per favorire le assunzioni di personale in relazione alla sostenibilità finanziaria degli enti locali.

In materia di investimenti, si stanziano 60 milioni nel 2020 per gli interventi per la salvaguardia della Laguna di Venezia e si finanzia per complessivi 480 milioni, nel periodo 2020 – 2024, la messa in sicurezza e l’adeguamento idraulico del rio Molinassi e Cantarena e l’accessibilità dell’area portuale industriale di Genova Sestri Ponente. Un apposito Fondo di nuova istituzione finanzia la promozione e il potenziamento di percorsi di collegamento urbani destinati alla mobilità ciclistica (50 milioni annui nel periodo 2022-2024).

Dichiarazioni di voto

Hanno annunciato la fiducia Steger (Aut), Errani (Misto-LeU), Renzi (IV-PSI), Manca (PD) e Elisa Pirro (M5S).

Hanno negato la fiducia Calandrini (FdI), Romeo (Lega) e Pichetto Fratin (FI).

In dissenso dal Gruppo, Paragone (M5S) ha annunciato “voto contrario a una manovra prigioniera della logica restrittiva europea”.

In particolare LeU ha posto l’accento sulle misure di rilancio del welfare (abolizione del superticket, aumenti del fondo della sanità, borse di specializzazione, asili nido, politiche abitative, risorse per le non autosufficienze), sull’equità e la lotta all’evasione fiscale (109 miliardi di mancate entrate per l’erario), sulle misure per la crescita basate sulla transizione ecologica. La manovra prevede 28 miliardi di tasse in meno, redistribuisce il reddito e il prelievo fiscale; grazie all’intervento della Commissione è stato ridotto l’impatto della plastic tax, della sugar tax e della misura sulle auto aziendali.

Italia Viva ha posto l’accento sul taglio del cuneo fiscale, sulle misure per la mobilità urbana, sulle misure per la parità di genere e il piano strategico contro la violenza di genere. Ha poi evidenziato tre errori del Governo precedente: quota cento, reddito di cittadinanza, condoni fiscali. Ha ricordato che la stabilità politica ha fruttato una riduzione della spesa per interessi; ha auspicato un piano shock per sbloccare i cantieri; ha ipotizzato che nel prossimo decennio l’Italia divenga la Silicon Valley dell’economia circolare.

Fratelli d’Italia ha sottolineato che la manovra di 32 miliardi di euro è finanziata per metà con maggiori tasse e per metà con deficit aggiuntivo (il rapporto deficit/Pil arriva quasi al 3 per cento, mentre l’anno scorso l’Italia ha rischiato una procedura di infrazione per il 2,4 per cento). Il maggior debito non è volto a sostenere investimenti strategici, bensì ad aumentare la spesa corrente (la crescita per il prossimo anno è stimata tra lo 0,4 e lo 0,6 per cento). Non si fa nulla per infrastrutture, messa in sicurezza del territorio, made in Italy, ci si accanisce contro artigiani e partite Iva per un pregiudizio ideologico. L’anno prossimo restano da sterilizzare 26 miliardi di clausole Iva; l’intervento timido sul cuneo fiscale riguarda solo il lavoro dipendente; il fondo green è misero e si stanziano spiccioli per gli asili nodo. Il Gruppo ha elaborato una contromanovra che prevedeva la flat tax sul reddito incrementale, misure di sostegno alle attività produttive, incentivi alle assunzioni e alle famiglie, attraverso il recupero di 7 miliardi stanziati per il reddito di cittadinanza che non ha funzionato. In Commissione sono comunque stati recepiti alcuni emendamenti del Gruppo: fondo per gli orfani del femminicidio, bonus per l’acquisto di latte in polvere, correttivi per le bollette pazze.

La Lega, che ha ottenuto in Commissione lo stanziamento di un miliardo per le olimpiadi Milano-Cortina, ha ricordato che 19 miliardi di aumenti Iva sono un’eredità del Governo Gentiloni. La manovra, che non è espansiva ma recessiva, è una manovra tasse e manette: i nuovi balzelli, plastic tax e sugar tax, mettono in difficoltà le aziende nazionali, i datori di lavoro sono trattati alla stregua di evasori, vengono eliminate flat tax e cedolare secca sui negozi, la stretta sul contante e sulle compensazioni deprime i consumi. Un Governo lontano dalla realtà, privo di sostegno nel Paese, nato con l’unico scopo di evitare le elezioni, riapre i porti, mente sul Mes, è servile con i poteri forti europei, dimostra inadeguatezza sul caso Ilva. La lotta all’evasione fiscale non va condotta perseguitando i cittadini: il gettito può aumentare solo diminuendo le tasse, come dimostra il regime forfettario per le partite Iva.

Forza Italia ha ricordato che il Paese è in stagnazione e in crollo demografico, non attrae investimenti, ha il 10 per cento di disoccupazione, non garantisce più servizi sanitari universali e un adeguato livello di istruzione. Per poter redistribuire, occorre anzitutto produrre reddito: la manovra non prevede una politica industriale (Whirpool, Alitalia e Ilva chiudono) né una politica attiva del lavoro, non prevede una riforma fiscale ma aumenta la spesa corrente e introduce nuove tasse. Occorrerebbe piuttosto ridisegnare lo Stato e introdurre in Costituzione un limite alla pressione fiscale. La maggioranza si preoccupa della cannabis e dell’anniversario del PCI, ma trascura l’agricoltura, respinge le proposte dell’opposizione sui farmaci più costosi, le tutele dei minori, i segretari comunali, il comparto di sicurezza. Il Governo favorisce i giganti del web ma sopprime la cedolare secca per i piccoli esercizi.

Secondo il PD, la manovra restituisce il Paese alla centralità europea, la responsabilità e la fiducia del Governo frutteranno nel quadriennio 38 miliardi di minori interessi sul debito. La legge di bilancio ha una visione: investe 50 miliardi nel green new deal, punta all’innovazione che può tenere insieme capitale e diritti del lavoro, restituisce centralità al lavoro, sostiene i consumi, contrasta le diseguaglianze. La manovra evita aumenti dell’Iva per 23 miliardi che avrebbero pesato mediamente 600 euro sul bilancio familiare; investe sulla sanità, sul diritto allo studio e sull’apprendistato; apre una nuova stagione tra Stato e autonomie territoriali.

Secondo M5S, la manovra, nata nel segno dell’emergenza e della responsabilità, contiene misure strategiche, concrete e di qualità: dà forma all’agenda europea in tema di ambiente e innovazione, estende industria 4.0 alle piccole imprese, introduce il credito d’imposta per la decarbonizzazione e l’economia circolare. La pressione fiscale complessiva rimane al 41 per cento, ma viene detassato il lavoro ed eliminata la tassazione Naspi. La legge di bilancio aumenta il fondo per le non autosufficienze e il fondo affitti, riduce i sussidi ambientalmente dannosi, incentiva i lavoratori che rilevano l’azienda in crisi, triplica il fondo per adeguare gli stipendi dei vigili del fuoco, stabilizza i lavoratori LSU, sblocca le graduatorie dei concorsi, prevede agevolazioni fiscali per i workers buyout, l’assegno bebè, il bonus per il latte in polvere, un incentivo per il professionismo delle atlete.

Per Misto+Europa Emma Bonino (Misto) ha annunciato di non voler partecipare a quella che considera una farsa; la manovra, nel merito e nel metodo, è in piena continuità con il primo Governo Conte: il Parlamento esautorato, confermate quota 100 e reddito di cittadinanza, flessibilità a debito e annunci su green new deal privi di risorse.

Chiudendo la discussione generale sul ddl, i relatori di minoranza Damiani (FI) e Erica Rivolta (L-SP), sottolineando ancora una volta l’eredità delle clausole di salvaguardia dal Governo Gentiloni, hanno confermato l’assoluta contrarietà a un provvedimento che avrà solo effetti negativi su cittadini e imprese: aumento della pressione fiscale e mancanza di un impatto sulla crescita.

Il vice ministro dell’economia Laura Castelli ha evidenziato che la manovra, unitamente al decreto-legge fiscale, fa scelte politiche coraggiose ribilanciando la fiscalità, promuovendo una vera lotta all’evasione, conferendo risorse importante agli enti locali. Altrettanto significativi sono gli interventi per la crescita, come Impresa 4.0, e le misure per il rilancio degli investimenti pubblici e privati, con particolare centralità per quelli relativi al Green new deal.

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