15 MAR – Tutto il mondo sanitario, che afferisce ai sindacati medici di categoria, si è sentito colpito dalle dichiarazioni di Fortunato Paolo D’Ancona, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, il quale ieri, nel corso della consueta conferenza stampa nella sede della protezione civile, aveva affermato che non si sa se il personale sanitario sia stato contagiato “professionalmente oppure al di fuori del luogo di lavoro”.
Oggi è esplosa la rabbia per quelle parole al punto che medici e infermieri sono arrivati a chiedere le dimissioni di D’Ancona. L’Iss si è scusato: “Siamo stati fraintesi, il nostro grazie a tutti gli operatori in prima linea”.
Questo il comunicato di tutte le sigle, tra cui SUMAI Assoprof, Fimmg, Fimp, Anaao Assomed, Cimo Fesmed
“Siamo offesi, delusi e stanchi, dopo aver sentito, in
conferenza stampa, le parole del Dott. Fortunato Paolo D’Ancona, ricercatore
dell’Istituto Superiore di Sanità, arrivare ad affermare che non si sa se il
personale sanitario sia stato contagiato “professionalmente oppure al di fuori
del luogo di lavoro”, parole non immediatamente smentite dal Capo della
Protezione Civile, Borrelli, che sa benissimo quanti, di che tipo e a chi ha
consegnato i DPI.
“Sono giorni in cui medici, infermieri e gli operatori sanitari sono in prima
linea nella battaglia contro il COVID 19 e per giunta senza o con inadeguati
dispositivi di protezione individuale, considerati necessari, per non
rischiare la loro vita e quella dei loro pazienti, ed in alcuni casi
purtroppo perdendola la vita, senza per questo tirarsi mai indietro nonostante
le palesi negligenze e mancanze organizzativo-gestionali, visibili sia a livello
nazionale, regionale e aziendale, che stanno dimostrando una filiera di comando
piena di vulnerabilità e di iniquità scaricata solo sul Servizio Sanitario
Nazionale.
“A questo punto non si può che invitare – da un lato – il
Dott. D’Ancona a dimettersi e ritornare a fare il medico vero, quello che gli
ammalati li cura non li conta con il pallottoliere, e quindi invitarlo presso
gli studi dei medici di medicina generale, dei Pediatri di libera scelta,
presso i poliambulatori delle ASL e presso gli Ospedali pieni di pazienti
COVID-19, o sospetti tali, ad aiutarci a visitare e curare i cittadini malati
con i DPI “invisibili” forniti sinora e a mani nude. Noi medici
ci siamo già contagiati oggi, almeno positivamente, ma dalla “gratitudine ”
dei cittadini che ringraziamo per il Flash Mob di sabato, che ci da la forza di
continuare in questa battaglia non facile facendoci capire che sono loro la
Repubblica di cui parla l’art. 32 della nostra Costituzione non certo quelli
come il dr. Ancona e quelli come lui, su cui non contiamo più ne vogliamo più
che contino per noi e per i nostri assistiti.
“Solo garantendo la salute agli operatori sanitari tutti, con i fatti e non con
le parole, avremo la speranza di poter salvare la popolazione e ricordiamo
infine che questa era la prima raccomandazione fatta dall’OMS ed è stata, ad
oggi, completamente disattesa”.